Cosa e come si valuta
La valutazione del compito autentico
A che punto siamo?
Avere una competenza vuol dire …
- disporre di un ampio repertorio di conoscenze dichiarative e di abilità (conoscenze procedurali)
- saper accedere alle conoscenze e abilità in una varietà di situazioni e saperle usare
- saperle adattare ai vari contesti (transfer) tenendo conto delle opportunità e dei vincoli
- saper riflettere sui propri punti di forza e di debolezza.
Cosa favorisce lo sviluppo di competenze?
-lavorare per problemi e compiti complessi
-avere aspettative, porsi domande, fare ipotesi
-valutare le risorse, le opportunità, i vincoli
-usare operativamente le conoscenze in modo consapevole
-organizzare le conoscenze all'interno di un campo d’esperienza
-confrontare procedure, strategie ed esiti
-valutare processi ed esiti
I presupposti
- Passaggio dalle “materie” (i contenuti) alle discipline (che includono i metodi e gli strumenti per far evolvere il sapere vissuto e il sapere riflesso)
- Didattica costruttivista e laboratoriale (per sviluppare competenze)
- Centralità del discente: attenzione ai bisogni individuali (cognitivi e affettivi), stili di apprendimento, pre-conoscenze
- Valorizzazione della dimensione sociale (apprendimento cooperativo)
- Valutazione mentre si apprende
- Valutazione finale
Le linee di azione
- Individuare i contenuti essenziali (concetti portanti, nuclei fondanti), costitutivi del sapere disciplinare
- Individuare gli aspetti di competenza da sviluppare in ogni ambito disciplinare
- Individuare i traguardi per ogni ambito, per ogni anno (standard minimi)
- Progettare compiti di apprendimento mirati allo sviluppo di aspetti di competenza per una didattica laboratoriale
- Osservare, documentare e valutare in itinere, stimolando l’autovalutazione attraverso la discussione e il confronto con i compagni
Progettare unità di apprendimento: una guida procedurale
- Il compito riguarda un aspetto fondante della disciplina (o trasversale)?
- Quali aspetti di competenza sviluppa?
- Gli aspetti individuati sono descrivibili e controllabili?
- Il compito facilita le connessioni tra quanto gli alunni già conoscono, quanto già insegnato e il nuovo input?
- E’ chiaro lo scopo e il punto di arrivo?
- L’alunno è attivo? Ha la possibilità di porsi domande? Di attivare strategie, di seguire percorsi divergenti?
- Lo studente ha la possibilità di confrontarsi con i compagni?
- Il compito suggerisce i criteri in base ai quali condurre la (auto-) valutazione?
- In itinere, come sapere cosa imparano gli alunni? Cosa osservare? Con quali strumenti?
- Quali criteri usare per le prove di fine percorso (fine quadrimestre/fine anno)?
- C'è congruenza tra metodologia e modalità valutative adottate?
- Si procede a una correlazione dei dati di prodotto con il punto di vista dell’insegnante e il feedback degli studenti?
La grande domanda
L'unità di apprendimento ed il compito autentico che abbiamo progettato, rispondono ai criteri fin qui elencati?
La triangolazione